Seguici su Facebook Clicca qui

Entra nel sito Clicca qui

Master in marketing e comunicazione

Master in marketing e comunicazione con stage retribuito, per il tuo buono sconto: buono sconto master in marketing e comunicazione

Per maggiori info entra diretta sul sito del master: MASTER IN MARKETING E COMUNICAZIONE

master marketing

master marketing
master in marketing e comunicazione, stage retribuito

google...

giovedì 29 dicembre 2011

Social network: la più chiacchierata è Bmw

Social network: la più chiacchierata è Bmw

I social network piacciono alle Case auto: a dirlo è una indagine internazionale. Si parla di prestazioni, ambiente e... Bmw.


Social network: la più chiacchierata è Bmw
Nei social network si parla si ambiente e di efficienza, oltre che di auto del domani. La ricerca "Automotive Buzz Index" condotta da Text 100 e Statsite ha mostrato che questi sono gli argomenti di cui più si parla a livello globale su Facebook, Twitter e YouTube, oltre che sui maggiori blog e forum dedicati al settore delle 4 ruote.
L'analisi è stata fatta su 217mila conversazioni tenute in concomitanza di 3 fra i principali saloni automobilistici mondiali, quello di Detroit, quello di Ginevra e quello di Francoforte.
Una cosa che è emersa è anche che le Case costruttrici sono quelle che più di ogni altra industria al mondo utilizza questi canali per fare marketing, anche se non sempre le imprese sono riuscite a creare un profilo che fosse in linea con l'immagine del brand.
Dopo questa rilevazione, che ha interessato una quarantina di marchi di varie parti del mondo, è emerso che BMW è la Casa di cui si è parlato più di tutti, soprattutto riguardo alle conversazioni sulle prestazioni. E' risultata molto efficace anche Daimler, soprattutto sul tema del design, mentre Volkswagen è risultata molto apprezzata e "chiacchierata" per quanto riguarda i temi ambientali. Fra gli altri costruttori di cui si è discusso molto spiccano Audi, Honda, FordToyota e Porsche.

Da notare, che i social media più utilizzati nel settore automobilistico sono, nell'ordine, Twitter, la blogosfera e YouTube. Facebook, invece, risulta ancora uno spazio poco incline a parlare di motori.

fonte: motori.it
Come cambia il mercato con il web 2.0, i segreti del sociale media marketing
Come cambia il mercato con il web 2.0, i segreti del sociale media marketing
Il mercato per le aziende è cambiato con l'avvento del web 2.0, e il social media marketing ha assunto un'importanza sempre maggiore. In un mondo dove tutti i potenziali clienti hanno a che fare con social network di ogni tipo è fondamentale per l'azienda restare al passo. Il dato più interessante è che il 44% delle aziende è contento delle proprie iniziative in campo social, ma solo il 27% ha controllato queste iniziative con gli strumenti adatti.

fonte: nanopress.it

Social Media Marketing: come rendere visibile il proprio Sito Web

Social Media Marketing: come rendere visibile il proprio Sito Web

SOCIAL MEDIA MARKETING blog Social Media Marketing: come rendere visibile il proprio Sito WebSe c’è una cosa di cui esser sicuri, è che là fuori ci sono imprenditori in cerca di metodi per incrementare il loro business in rete. In questo articolo troverai consigli economici, professionali e utilissimi sul social media marketing, utilizzati in combinazione con la classica attività di SEO (Search Engine Optimization) in grado di intensificare il traffico che i siti web ricevono dai motori di ricerca.
Ad ogni modo, allo scopo di sfruttare il potere dei popolari strumenti di social media, è importante come prima cosa comprendere la natura e lo scopo del Social Media Marketing, cosicché ti identificherai nelle piattaforme del network più importanti per il tuo business.
Molto semplicemente, il social media marketing riguarda l’uso diffuso di piattaforme come Facebook, Twitter, You Tube, Flikr, LinkedIn ecc. per aumentare il traffico di un sito ed estendendo quanto più possibile la sua diffusione. Tuttavia, quello che molte compagnie che curano il SEO non dicono ai clienti è che i social media migliorano i profitti di alcuni business piuttosto che di altri. Ecco spiegato perché è fondamentale innanzitutto stabilire quale sia il metodo migliore per pubblicizzare la tua azienda.
Di conseguenza, per sfruttare al meglio il potere di questo tipo di strategia per il tuo web marketing, gli imprenditori della Rete dovrebbero imparare ad utilizzare alcuni strumenti gratuiti per rendere popolare, ad esempio, la pagina di Facebook, così da poter capire in tempo reale e in diretta se effettivamente funziona.
Strategie di Social Media Marketing – 3 semplici ed economici consigli per incrementare qualsiasi tipo di web business
1.    Pubblicità su Facebook –  Questo è in assoluto il più utile, immediato e gratuito strumento di social media marketing disponibile in rete. Con oltre 800 milioni di utenti, Facebook consente ai piccoli imprenditori del web di costruire una presenza su una piattaforma così potente e diffusa da connettere ad un’immensità di potenziali acquirenti di tutto il mondo. Iscriviti e crea un account e una Fan Page col nome della tua azienda e avrai il tuo spazio personalizzato. Leggi tutte le funzione di cui puoi usufruire, preparati per la competizione e inizia a valutare i tuoi rivali più vicini, studiando le loro pagine, il numero di fans, quanti “mi piace” ottengono e come hanno impostato il profilo. Basta prendere spunto dalla loro strategia per creare una pagina che si adatti al tuo target e renderla potenzialmente di successo!
2.     Accrescere il numero di fan su Twitter –  Questa grande piattaforma è cresciuta nello scorso anno per sorpassare la popolarità di Orkut e Flickr, due social network che hanno goduto di grande successo. Iscriversi a Twitter è gratuito. Perciò riservati un account col nome della tua azienda. Inizia col fare una ricerca per familiarizzare con le keywords e le frasi maggiormente utilizzate dai tuo concorrenti.
 3.    Visita altri blog –  Molti proprietari di siti aggiornano il blog della propria compagnia con keywords che rimandano all’argomento, al prodotto o al servizio messo in vendita, così da attirare lo sguardo dei potenziali clienti in maniera più diretta. Molti, sottovalutano la notevole portata in termini di visibilità di cui dispone la “blogosfera”. Visitando altri blog e commentandoli, condividendo esperienze personali e di altri (sempre a costo zero e con un click) si creerà una rete di utenti interessati anche ai tuoi post e alle tue pagine sui social network. Inoltre sembrerà di conoscere chi c’è dietro il tuo business, fidandosi e affidandosi alla tua professionalità! Che aspetti?

fonte: socialmediamanager.it

Il Libro: Seo e Sem – Guida Avanzata al Web Marketing

 

IO LO STO LEGGENDO, LO CONSIGLIO A NOI ESPERTI DEL SEO!

Social media, come trarre beneficio da una recensione negativa

Social media, come trarre beneficio da una recensione negativa
brand repution
brand repution
Nell’era dei social media lo spauracchio della “recensione negativa” su una struttura alberghiera piuttosto che un brand, è qualcosa che gli addetti ai lavori temono quotidianamente. La reputazione online ricopre un’importanza fondamentale nella vita di un’azienda tanto che ci sono organizzazione preposte proprio alla cura della brand repution.
Gli albergatori da qualche anno vivono sul filo di lama con il timore di ricevere lamentele pubbliche su Internet e su piattaforme che accolgono recensioni (TripAdvisor in primis). Non se la passano meglio i brand i cui reparti marketing setacciano quotidianamente cosa si dice di loro in Internet.
Eppure, da una recensione negativa è possibile partire per creare qualcosa di positivo. Mitch Lieberamnn afferma che “le citazioni del brand sui social media sono, per le aziende, email con tutto il mondo inserito in CC (copia per conoscenza)”. In estrema sintesi è un modo per conoscere le opinioni sul proprio operato in forma veloce, economica ed incisiva.
Sebbene sia faticoso accettare una critica negativa è da qui che bisogna partire per recuperare una reputazione online.
  • Iniziate ad interrogarvi perché il cliente disapprova il vostro operato, quali sono le pecche del vostro servizio;
  • fate attenzione all’attendibilità della recensione che potrebbe essere anche frutto della mano di un competitor o di un burlone;
  • valutate la diffusione del messaggio negativo: a quanti utenti più interessare?
  • valutate quali sono gli utenti interessati al messaggio;
  • contattate il cliente al fine di chiarire la vostra posizione;
  • affidatevi ad una risposta aziendale cercando una risoluzione al problema con mezzi pacifici;
  • cercate di portare la discussione anche sui vostri siti al fine di circoscrivere i giudizi. 
Ogni critica ricevuta è un privilegio: vi ha pensato – e più di quanto voi abbiate pensato a lui. E sarà l’ultima volta, se non aprite un dialogo. Si legge sul blog del marketing minimale, sui quali è difficile non essere d’accordo. E’ dall’ascolto che dovete iniziare la cura della vostra immagine online e se ricevete un feedback negativo in questo senso non potete che ringraziare chi vi ha pensato. Non credete che tutto questo sia positivo?

fonte: fulltravel.it

Le aziende nell’era dei social network. Come e perché

Dal Web 2.0 ai social network, la collaborazione online cambia ruoli e livelli di relazione. Qualcuno parla già di weconomy, cioè di economia condivisa, altri di social media business, riferendosi a una nuova dimensione della comunicazione aziendale.
Dalla gestione della customer experience alla gestione della customer interaction su Facebook, su Twitter e, in generale, su tutti i social network il marketing si trova di fronte a nuove sfide. Secondo una ricerca condotta dagli analisti di Zoomerang le aziende che sono sui social lo fanno per entrare in contatto diretto con i consumatori (28%), per guadagnare maggiore visibilità sul mercato (27%) e per autopromuoversi (26%).
The Biz Loft ha rivolto alcune domande a due esperti: Giovanni Boccia Artieri e a Laura Gemini, dell’Università di Urbino.
Dal 2009 ad oggi i social media sono letteralmente esplosi anche in Italia, avviando una pratica che si traduce con una condivisione frenetica di contenuti. Questa costante ricerca di contatto è destinata a sopravvivere o si prevedono inversioni di tendenza?
Non ci sono motivi per pensare a un’inversione di tendenza. Semmai potremmo assistere a dei cambiamenti interni alla diffusione dei social network e quindi a quel processo di “deriva tecnologica” che la letteratura ha descritto molto bene. Il che significa che, a seconda del rapporto fra tecnologie della comunicazione a disposizione e usi sociali di queste tecnologie, si può sviluppare un certo percorso evolutivo. Basti pensare a come proprio di questi tempi in Italia stia esplodendo l’uso di Twitter, stimolato anche dall’entrata dei personaggi della scena pubblica e dello spettacolo come Fiorello, Jovanotti, ecc. Questo ovviamente cambierà l’ecosistema di quel social network e alcuni suoi usi: accanto ai social curator, che si occupano di selezionare le informazioni si sta sviluppando molto “ruomore” creato dalla popolarizzazione”.
Come avviene nel mondo fisico, la stagionalità è un “influencer” dei social?
Stagionalità, ore del giorno, giorno della settimana… sono tutti elementi che influenzano il nostro modo di rapportarci con l’uso dei social network. In alcuni Paesi si aggiungono status update su Facebook nei momenti in cui si è al lavoro. D’estate il flusso della Timeline tende a calare. L’uso dei social network è ancora abbastanza legato all’essere al computer e ad avere una connessione, quindi è in relazione ai momenti “attivi” della giornata o di un periodo. Certamente però la diffusione degli smartphone e della possibilità di essere always on unitamente a qualche app che facilita la relazione con i propri friend ci sta già destagionalizzando”.
I rapporti esistenti sulla Rete e coltivati attraverso social network, blog, email rappresentano una forma di affettività superficiale? Se si, è una tendenza della società attuale o semplicemente la natura del medium?
Questo è un antico dibattito. La sociologia, ad esempio, lo ha affrontato già a partire dall’analisi della vita metropolitana e più generale della modernità. In altri termini il punto è che così come è cambiata la vita della società nel tempo, così sono mutate le relazioni sociali. E siccome la società cambia in rapporto con l’evoluzione della comunicazione è vero anche che lo sviluppo della cultura digitale gioca la sua parte. Le ricerche dimostrano però che a fronte di rapporti più deboli, dal punto di vista del legame, si rafforza la possibilità di scambio fra individui che condividono interessi particolari, esperienze e che perciò si ritrovano a veder aumentare il proprio capitale culturale e sociale anche grazie allo “stare” in rete. Senza contare poi che l’incremento di relazioni di questo tipo non toglie importanza a quelle di mondo vicino, anzi, piuttosto le potenziano.
Taggarsi, linkare, sharare sono terminologie entrate nella lingua di tutti i giorni. Siamo tutti prosumer, ma in questo fare media e farsi media qual è il grado di controllo?
Con una battuta potremmo dire che i social network sono veri e propri mezzi di comunicazione di massa per le masse. Quello che si sta sviluppando è la capacità di accedere in massa alla possibilità di produrre e condividere contenuti oltre che consumarli. Questo sta cambiando i modi ed i luoghi in cui si fa informazione ed intrattenimento. Neanche Internet può sfuggire agli effetti perversi della comunicazione e alle logiche di controllo e di sfruttamento dell’informazione. Anche di quella prodotta dal basso. Non è ovviamente Internet in sé e per sé la causa di nuove forme dello sfruttamento, ma piuttosto i comportamenti e le logiche di potere e di scambio che c’entrano con la società nel suo complesso. Se ad esempio faccio una recensione su Trivago per guadagnarci, la “veridicità” della mia opinione è tutta da verificare. Questo significa che il principio di spontaneità, di relazione, di gratuità che quel tipo di strumento dovrebbe garantire per sua natura è stato snaturato da chi ne ha deciso un utilizzo diverso. Sull’altro lato però è vero anche che noi come utenti siamo funzionali alla riproduzione della comunicazione che si sgancia da noi e va avanti per logiche sue. La consapevolezza è lo strumento su cui lavorare culturalmente per garantire un uso più sensato dei social network, come di tante altre cose.
Per la ricerca cosa rappresentano i social business?
La ricerca universitaria è attenta al social business non solo dal punto di vista del marketing e delle forme evolutive dei linguaggi pubblicitari. Il fatto di avere a che fare con una grande disponibilità di contenuti prodotti dalle persone e condivisi online sta costruendo nuovi orizzonti nelle scienze sociali in termini predittivi. Le continue dichiarazioni circa i propri comportamenti, umori ed emozioni, acquisti e desideri, produce un campo in cui troviamo Big Data, mole enorme di status, tweet eccetera, che possono essere analizzati, messi in relazioni, per prevedere mutamenti sociali, andamenti delle borse, diffusione di mode e via dicendo”.
infografica-social-media
Oggi 4 aziende su 5 sono su Facebook, ma la gestione è ancora molto improvvisata. Secondo voi che cosa un’azienda non deve fare (e che cosa deve fare)?
1. Non deve entrar nei social network pensando di “dire” le proprie cose senza “ascoltare” i propri clienti: il valore è quello di costruire una community non di fare PR a basso costo.
2. Non deve sottovalutare l’uso dello strumento: utilizzare Facebook perché costa poco è sbagliato e riduttivo. Occorre invece avere professionalità interne adatte a “curare” un progetto che si integra nelle strategie di comunicazione più complessive.
3. Non deve dimenticare il suo core business e l’identità di marca, per cui deve fornire contenuti adeguati e lavorare sulla pertinenza.
4. Non deve trascurare il profilo e la pagina dal punto di vista estetico: pubblicare belle immagini, bei video, fare attenzione al linguaggio usato, alla correttezza formale e così via.
5. Deve garantire la relazione: rispondere ai commenti e lasciare spazio al contributo degli utenti con estrema trasparenza, il che significa accettando anche le critiche.

L’infografica mostra il grado di autogestione dei social network da parte delle aziende americane. Ma gli analisti confermano che il discorso vale anche per quelle italiane.

fonte: thebizloft.com

Perchè i contenuti sono importanti per la SEO?

Perchè i contenuti sono importanti per la SEO?

Anni fa si era soliti realizzare contenuti focalizzando la propria attenzione sulle parole chiave con cui si desiderava posizionare le pagine, successivamente gli algoritmi dei motori di ricerca cominciarono a dare un peso rilevante ai backlink, e le strategie di conseguenza mirarono alla creazione di contenuti virali per favorire i link in ingresso.
Oggi i motori di ricerca tengono conto dei segnali sociali, ed ecco la corsa alla creazione di contenuti che stimolino la condivisione e, più in generale, le azioni sociali.

Il punto è che la creazione di contenuti è da anni una delle fasi più importanti di qualunque strategia SEO: Google e Bing non nascondono, anzi hanno più volte sottolineato che la protagonista assoluta è infatti la user experience, dal momento che l’obiettivo principale dei motori di ricerca è aiutare gli utenti a trovare risorse di alta qualità, che riescano a soddisfare le esigente e rispondere alle domande di chiunque effettui una ricerca.

L’infografica realizzata da Brafton dimostra che puntare sui contenuti rappresenta la chiave per la visibilità sui motori di ricerca, ecco alcuni spunti:

    * una strategia basata sui contenuti sembra essere in linea con i recenti aggiornamenti di Google, Panda in primis
    * i segnali sociali hanno un impatto reale sul posizionamento, e il loro peso è destinato a crescere
    * la presenza di contenuti di qualità favorisce le conversioni


FONTE: BRAFTON

    I contenuti e la SEO - Infografica

venerdì 23 dicembre 2011

Quant’è importante il posizionamento in Google per un sito aziendale?

Quant’è importante il posizionamento in Google per un sito aziendale?

consulenza seo 300x140Se comprare un sito web per la propria azienda equivale ad acquistare un auto, posizionarlo in google equivale a fare il pieno di benzina.
Questo ragionamento serve a capire come un sito ben fatto ma, non visibile nella prima pagina di google è inutile ai fini commerciali poichè i clienti non ritrovandolo nelle ricerche in internet non sapranno mai dell’esistenza ti tale sito.
E’ quindi indispensabile rivolgersi ad un’agenzia che oltre ad occuparsi della creazione di siti web, si occupi anche di posizionamento in google, e vi sappia guidare fin dall’acquisto del dominio corretto per il vostro sito e che continui nel tempo una consulenza SEO (Search Engine Optimization) sul vostro sito.

Quali aziende possono avvalersi di consulenza per il posizionamento?

Qualsiasi tipo di azienda avente sito internet può avvalersi dei servizi di posizionamento di una seo agency, per ogni settore ci sono ricerche di utenti che stanno cercando ciò che voi state vendendo.
Quindi, sia che vendiate scale o divani letto non esitate a contattare una web agency che si occupi di consulenza seo e vedrete le visite al vostro sito aumentare notevolmente una volta raggiunta la prima pagina di google.
Non sono servizi che costano un occhio della testa normalmente quindi, se avete un’attività, provate un pacchetto di posizionamento e fatevi trovare dai vostri clienti, non diventate matti a cercarli voi.

mondoliberonline.it

giovedì 22 dicembre 2011

BUONE FESTE A TUTTI I MIEI LETTORI...


Social Media Marketing: 6 tra le migliori campagne del 2011

Social Media Marketing: 6 tra le migliori campagne del 2011

Una delle voci più ricorrenti nell’area business del 2011? Sicuramente “social media marketing”! Arrivati alla fine di questo lungo 2011 ricco di svariate novità e di aumento consistente della presenza di grandi aziende e pmi nei social network, è bene passare in rassegna quelle che (forse) potrebbero essere considerate come le migliori campagne di social media marketing.

Eccole alcune tra le migliore campagne Social Media Marketing dell’anno

Diesel – Strategia: Facebook app, geolocalizzazione e utilizzo dei QR Codes

I QR codes hanno enormi potenzialità, soprattutto se combinate con i social media, come ha fatto Diesel con Facebook. Dopo aver sviluppato un’applicazione per Facebook che permetteva agli utenti di mettere il “mi piace” alle cose che ci piacevano o meno nella vita reale, hanno integrato l’offline con l’online portando il “like” negli store Diesel dando la possibilità agli utenti connessi a smartphone di fare lo scan dei capi, cliccare mi piace al capo e vedersi apparire sullo schermo tutti gli altri capi di interesse del brand. Il tutto riassunto nel video.



Guinness: mobile app, Qr Codes e Facebook virality

Anche Guinness investe moltissimo nei nuovi trend: realtà aumentata, geolocalizzazione, mobilità e voglia di fare sapere ai nostri amici quello che facciamo (leggasi come condivisioni sui social/Facebook). Dopo aver creato un’app Android e iPhone che permetteva di fotografare il proprio bicchiere di birra e adornarlo con diversi effetti grafici e dando la possibilità di condividerlo nei social con i propri amici, è stato creato un QR code applicato direttamente sopra i bicchieri della Guinness, cosa resa possibile grazie anche al colore scuro della birra (il QR code risultava così visibile allo scan) che reindirizzava automaticamente alla condivisione della Guinness sui propri social account.









Belling: ricette da 140 caratteri per un libro creato dagli utenti con Twitter

Belling, un’azienda produttrice di cucine, ha messo in piedi una delle più semplice campagne per cui il social media marketing ha motivo di esistere: il coinvolgimento degli utenti/clienti in processi di creazione del valore. Oltre 200 ricette sono state inviate sotto l’hashtag #twitpie e 50 di loro sono già finite nel libro di recette che sarà poi venduto destinando il ricavato ad istituzioni no-profit.



Levi’s: gioco app Facebook con integrazione QR Codes e Twitter

Levi’s ha sviluppato un gioco/applicazione per Facebook per dare la possibilità agli utenti da facebook di svolgere delle sfide che coinvolgevano tra gli altri, Twitter con uno specifico hashtag a tema da cui si poteva twittare, i QR codes e i video di YouTube. Ogni azione era collegata alla possibilità di conquistare punti che avrebbero poi permesso a Levi’s di donare dei fondi per il sostegno di Water.org, la onlus che si batte per la distribuzione di acqua nei paesi sottosviluppati. Grazie alla campagna sono stati raccolti 250.000 dollari.



Behind Bars: il live della Polizia di Staffordshire

Behind Bars live è l’iniziativa della Polizia di Staffordshire legata alla trasparenza di tutto ciò che accade dietro le sbarre del loro carcere. La polizia twitta gli aggiornamenti con tanto di video Youtube che riprendono ciò che avviene dietro le sbarre. Potete seguire il live e farvi un’idea personale riguardo all’utilizzo dei social media anche per questione legate all’etica, potete trovarlo sul web.


Tesco – Fare la spesa in metropolitana grazie ai QR Codes

Se siete in Corea, scendendo dalla metropolitana potete trovare delle teche aggiornate quotidianamente all’interno delle quali ci sono dei poster con delle immagini di tutti i prodotti in vendita da Tesco corredate da un QR Code che permettono a chi fa lo scan col proprio smartphone di acquistare direttamente il prodotto senza recarsi al supermercato. I pagamenti avvengono con carta di credito e i prodotti sono recapitati a casa. Geniale no? Ecco il video.



fonte: webinfermento.it

Email-marketing o Social Media Marketing

Email-marketing o Social Media Marketing

 

Stando agli ultimi dati e analisi sull’utilizzo e apprezzamento dell’email-marketing, sembrerebbe che oltreoceano sia ormai un metodo obsoleto e non più ben visto dagli utenti. In effetti si è registrato un calo di interesse per la posta elettronica a favore invece dei social media come Facebook, Twitter o altri.
Al contrario il mercato Italiano della email, risulta essere ancora tra i favoriti ed utilizzato. Da una recente ricerca di Contactlab, il 40% degli utenti che riceve una newsletter o una mail informativa,  dichiara di acquistare a seguito di un’informazione attraente contenente sconti e promozioni.  Dati che fanno ben sperare e che ci portano a dare dei consigli per una giusta pratica di email-marketing.
Le email/newsletter devono avere contenuti rilevanti e in linea con le aspettative che gli utenti si sono formati in sede di iscrizione, facilmente cancellabili in ogni momento, e devono sempre riportare un chiaro riferimento di collegamento con i nostri canali social network, per poter rimanere in contatto con noi e le nostre novità.
A proposito di Social Network, sono sempre più utilizzati dalle aziende per comunicare con clienti attraverso azioni attive (pagine Facebook, profili Twitter, Pages su Goolge Plus?) e proattive (iniziative di customer care e di intervento nelle conversazioni rilevant).
Le nuove piattaforme possono essere viste non solo come delle sostitute delle tradizionali newsletter, ma come loro utili complementi che tutte le aziende dovrebbero utilizzare per sviluppare il proprio business e per rimanere in linea con le  abitudini di consumo digitale degli utenti in continua evoluzione.


fonte: posizionamentoweb.com

mercoledì 21 dicembre 2011

Web e social media marketing

Web e social media marketing

Il web marketing è l'insieme di pratiche che utilizzano il canale on line per conoscere il mercato e sviluppare i rapporti con i propri stakeholders.
Una buona strategia di posizionamento e di SEO (search engine optimization), campagne di banner su altri siti, la costituzione di negozi virtuali (virtual shop o virtual store), il DEM (Direct E-mail marketing) sono le classiche azioni di web marketing che in genere accompagnano i piani di comunicazione tradizionali.
Oggi il web marketing si integra e si fonde sempre di più con il social media marketing, cioè quella parte del marketing il cui obiettivo è generare visibilità e migliorare la brand image presso le comunità virtuali attraverso i social network, i blog, i siti di file-sharing e tutte le altre forme di integrazione del web 2.0.
Le tipicità di queste nuove forme di comunicazione che le rendono peculiari rispetto a quelle tradizionali sono due:
  • Comunicazione a due vie: la comunicazione tramite blog o social network abilita il ricevente a dare dei feedback immediati. Questo pone l'azienda sullo stesso piano dei suoi clienti
  • Viralità: il fatto che i commenti e le notizie siano immediatamente fruibili da tutti i componenti della comunità e che questi stessi siano commentabili, diffonde e ingigantisce i fatti come un virus
La gestione del web marketing e del social media marketing si deve basare su due pilastri ai quali in genere le aziende non sono avvezze: trasparenza e velocità di reazione.
Keep in Touch è in grado di supportare i prpopri clienti nella definizione, implementazione e mantenimento di efficaci progetti di web e social media marketing in coerenza con il più generale marketing plan aziendale.

fonte: keepintouchsrl.it

5 caratteristiche di Google+ che Facebook non ha

Google+ ha implementato da qualche tempo le pagine aziendali sulla scorta di Facebook. Il social network di Mountain View, però, presenta ben 5 peculiarità diverse dalla piattaforma Facebook. Vediamole nel dettaglio.
Google plus 


Il lancio delle pagine business di Google+ ha posto degli interrogativi tra le aziende. Uno di questi è relativo al motivo per cui utilizzare questo social network e quali sono le caratteristiche che Facebook non ha.
Susan Gunelius, esperta di marketing, ha stilato 5 caratteristiche proprie delle pagine aziende di Google+ che Facebook (al momento) non ha introdotto.
Vista la rapidità di aggiornamento del mondo Internet in generale e dei social media in particolare, queste 5 peculiarità potrebbero subire delle variazioni.
  1. CerchieA differenza di Facebook, Google ha introdotto nel social network questa particolare forma di classificazione delle nostre amicizie, conoscenze, etc. La classificazione per cerchie rappresenta un’assoluta novità ed è attuabile, oltre che nei profili privati, anche nelle pagine aziendali. E’ indubbio che le cerchie sono di aiuto alla classificazione della messaggistica secondo logiche impostate dall’amministratore.
  2. Google HangoutsA differenza di Facebook, i video ritrovi di Google (Google Hangouts) sono integrati nella piattaforma di Google+. Facebook, invece, ha bisogno di strumenti terzi (Skype, etc.) per poter offrire questi servizi ai propri utenti.
  3. Salvare le ricercheCon la funzione di ricerche salvate (a volte indicate come Sparks), Google+ tiene traccia di cosa si dice in rete sul proprio marchio. Per capire quali sono le conversazioni sul proprio brand, è sufficiente inserire una parola chiave. E’ altresì possibile salvare la ricerca e la visualizzazione in Google + sulla barra laterale per tenere traccia dei contenuti e delle conversazioni importanti per la propria azienda.
  4. RipplesNonostante Google+ non permette di tenere traccia delle statistiche della pagina, così come avviene con Insights di Facebook (molti, in realtà, si aspettano l’integrazione con Google Analytics al più presto), Google mette a disposizione Ripples che illustra l’effetto onda in Internet delle notizie immesse e condivise ovvero evidenzia come la gente condivide e reagisce alle vostre notizie. 
  5. Risultati nella ricerca organica di Google e Direct ConnectGoogle è il motore di ricerca più noto al mondo tanto che per alcuni è “il motore di ricerca”. Molti esperti SEO ritengono che la condivisione delle notizie su piattaforma di Google+ e il “+1”  effettuato sul bottone di Google+ siano elementi importanti per la ricerca organica del motore di ricerca a differenza del “Mi piace” di Facebook che per vari motivi (tra questi l’impossibilità di Google di entrare su Facebook per divieto della società di Mark Zuchenberg) non influisce sul posizionamento dei siti nella ricerca organica di Google. Inoltre, con l’aggiunta del segno “+” prima del marchio (esempio: +Google)  nel campo di ricerca di Google è ora possibile conoscere la pagina del brand all’interno di Google+.  Attualmente il servizio è in beta ed è limitato ad un numero circoscritto di marchi ma presto sarà messo a disposizione a tutti.
fonte: fullpress.info

martedì 20 dicembre 2011

Social Media Marketing in azienda: chi lo gestisce?

Social Media Marketing in azienda: chi lo gestisce?

Pochi giorni fa abbiamo riflettuto insieme sulle diverse opportunità di gestione del Web Marketing, internamente all’azienda (acquistando in organico risorse competenti) o in outsourcing (affidandosi a consulenti o agenzie specializzate)…
E se volessimo ristringere il campo al Social Media Marketing? Qual’è la situazione attuale di gestione che prediligono le aziende e quale quella ottimale?

Tralasciando il caso di aziende strutturate e di grandi dimensioni che possono permettersi anche un reparto assegnato al social media marketing e focalizzandoci su piccole e medie imprese, una ricerca di Zoomerang ci aiuta a delineare meglio il quadro della situazione nel mercato USA.


Come potete constatare voi stessi, la situazione appare tutt’altro che matura. Tenendo presente che le oltre 1000 aziende target della ricerca fanno parte di un mercato più avanzato del nostro, mi sembra assolutamente un dato da sottolineare che la grande maggioranza non solo non impiega nessuna risorsa per la gestione di strategie di marketing sociale, ma addirittura non spende un (quasi) soldo… Siamo dinnanzi ad un grosso paradosso visto che quasi la metà delle stesse aziende dichiara di utilizzare i social network per comunicare con i propri clienti!
Ebbene, nonostante abbiamo voluto proporvi un caso estremo (bisognerebbe valutare l’effettiva grandezza delle aziende e il settore di riferimento) ciò che emerge non è una situazione molto distante dalla realtà che vede quasi tutte le aziende essersi attivati in maniera spartana e “fai da te” nel Social Web (4 su 5 su Facebook!).
Che sia giunto il momento di affidarsi a professionisti del settore che gestiscano effettivamente queste presenze online che valgono (almeno!) tanto quanto il sito istituzionale?
Voi che ne dite?

fonte: d4bmarketing.it

lunedì 19 dicembre 2011

Zuckerberg e il suo ultimo restyling: Timeline !!

Timeline di Fb 

Facebook cambia look, e concede più spazio agli utenti, e alla loro fantasia.
Ormai dobbiamo farcene una ragione, Facebook è in rinnovamento continuo, e con il desiderio di  entrare sempre di più nelle nostre vite, ha cambiato look.
Così come ogni prodotto che si rispetti, figuriamoci il social network che nasce come un'innovazione, facebook ha presentato un nuovo aspetto, con nuovi contenuti, nuove modalità per interagire, diciamo che sta diventando sempre di più fashion e dinamico.
Anche se è in queste ultime ore che stiamo assistendo a un continuo bombardamento di news relative alla nuova interfaccia FB, è dal primo ottobre 2011 che è partita la sperimentazione, arrivata in questi ultimi giorni anche in italiano, il tutto si definisce: Timeline, questo il nome dato da Facebook, un nome che assomiglia alle vesti di diario, un qualcosa di più intimo e personale, con la capacita di rivedere il passato, direi una sorta di blog più social. 
Il desiderio di  entrare sempre di più nelle nostre vite, forse toglierà ancora di più la privacy, ma sono già in tanti che stanno adottando il nuovo look, forse le aziende sono le prime a farlo per tempistica e per l'ottica marketing, considerando la rinnovazione e il nuovo look qualcosa di molto positivo.
La configurazione della nostra pagina avrà in cima una grande foto orizzontale, che ne farà da copertina, come un vero sito.
Al di sotto tutte le nostre informazioni sintetizzate in una parte testuale, e seguirà un'anteprima degli album di foto, successivamente espandibili con un semplice click. 
Ancora più sotto troviamo il classico spazio, definito bacheca, dove possiamo postare il nostro stato, foto, e condividere link, rimanendo in ottica Facebook.
Una rivoluzione non del tutto completa se non consideriamo la possibilità di curiosare nel passato degli utenti senza nessun click sullo scrol, sulla destra, troviamo gli anni e i mesi,  per navigare all’interno del nostro arco temporale con estrema facilità. 
La stessa situazione definita "timeline", nome dato anche al nuovo look, la troviamo in mezzo ai post, dove ci sono dei punti per indicare momenti specifici, e argomenti ricercati.
Il tutto mi da l'impressione di fare su e giù per la propria storia, rivedendo eventi passati, e curiosando tra i nostri amici e contatti. 
Facebook ancora una volta ha stupito l'utenza anticipando i tempi, facendo leva sui forti sentimenti umani che sono sempre alla base del network.
Zuckerberg con quest’ultimo restyling ha trasformato Facebook in un luogo che raccoglie la nostra storia. 
Timelime, il nuovo profilo Fb è ormai una grande pagina di diario della nostra vita, dobbiamo scordarci la vecchia homepage, i suoi bottoni e prepararci a navigare tra nostri  ricordi online, aggiornando i tempo reale la nostra vita. Detto questo è importante ricordare che le impostazioni di privacy rimangono le stesse.
Per adesso il profilo Timeline anche se già adottato da molti, registra un numero relativamente inferiore agli utenti di FB, utenti che si possono cimentare da subito nel nuovo profilo con tecniche di sviluppatori.
Io personalmente sto ancora studiando il nuovo profilo, sto studiando le motivazioni che hanno spinto Zuckerberg a questa novità, decidendo per ora di godermi il Natale, per poi passare all'innovazione, osservando come l'utenza reagisce al restyling.

dott. Angelo Raffaele Mastropierro!!

BUON NATALE A TUTTI!

PMI, meglio Google AdWords o pubblicità su Facebook?

PMI, meglio Google AdWords o pubblicità su Facebook?

Cosa deve fare una piccola media azienda per farsi conoscere? Fare una campagna su Google AdWords oppure comprare annunci sul sempre più diffuso Facebook

 
Tutti i sondaggi e tutte le statistiche confermano che ormai la tendenza generalizzata è quella di aumentare gli stanziamenti per la pubblicità su Internet a discapito di quella sui giornali e in radio. La televisione generalista è sempre più in crisi, mentre Facebook è diventato un media conosciuto da tutti. Cosa deve fare quindi una piccola o media azienda per aumentare il suo fatturato? Su quali canali Internet deve investire il suo budget destinato alla pubblicità? Ci sono aziende che puntano molto sul PPC (Pay Per Click) – in Italia è costituito principalmente da Google AdWords dato che Bing è attualmente in pozione minoritaria – e altre hanno invece definito come luogo primario dove investire per gli annunci pubblicitari il notissimo Facebook. Ma quali aziende stanno facendo la scelta giusta? Google AdWords e Facebook sono alternativi?

In realtà c'è molta confusione e spesso le scelte pubblicitarie delle PMI sono frutto del caso e delle mode che spingono gli imprenditori a seguire e imitare gli altri senza sapere bene il perché si debbano fare determinate attività. Un esempio per tutti è la tendenza ad aprire un profilo personale anziché quello aziendale su Facebook; un profilo personale è riservato alle persone fisiche e il rischio è che Facebook cancelli senza preavviso quei profili non in regola con le norme previste dal contratto. Gli annunci su Google AdWords e quelli su Facebook possono all'apparenza sembrare simili, ma in realtà tolte alcune similitudini di funzionamento hanno scopi ben differenti. Tutto dipende dallo stato mentale della persona quando sta visitando il motore di ricerca Google oppure quando si trova a conversare con gli amici su Facebook. Google viene usato da chi sta cercando un'informazione e se questa informazione attiene ad un prodotto o servizio è probabile che chi sta facendo la ricerca sia più propenso ad acquistare quel prodotto o servizio. Su Google non esistono distrazioni, giochi o amici con cui conversare – esiste Google+, ma è ancora in fase sperimentale e di crescita – e quindi tutta l'attenzione è rivolta all'oggetto delle ricerche. Va detto che la politica del Quality Score (punteggio di qualità) attuata da Google su AdWords cerca di esaltare e veicolare l'attenzione dell'utente per quello che sta cercando; l'annuncio infatti deve rispettare la promessa fatta dopo che è stato fatto click sull'annuncio. Facebook è invece un territorio adatto alla pubblicità classica, quella che è immersa in un contenuto e che cerca di attirare l'attenzione di un utente che è in uno stato mentale diverso da quello della ricerca attiva su un motore di ricerca. Stare su Facebook significa distrarsi, scambiare foto e video divertenti e non si è quindi pronti a comprare un prodotto o un servizio.

Qual'è quindi lo scopo di un annuncio pubblicitario su Facebook? Il principale obiettivo è  quello di fare Brand Awareness e far quindi conoscere sempre più un prodotto o una marca. Una maggiore familiarietà con un brand renderà più semplice la decisione all'acquisto. Se questa azienda ha una sua pagina su Facebook, dove verranno pubblicati video e foto del prodotto venduto, e se su questa pagina c'è engagement e cioè interazione con i clienti e i possibili prospect allora la consapevolezza del marchio verrà aumentata. Spesso gli annunci Facebook servono proprio per aumentare i like della pagina aziendale, per far sapere a tutti che su Facebook anche la PMI è presente al fine di soddisfare le richieste dei clienti che cercano supporto. Molte aziende, anche conosciute e non solo le PMI, fanno però e hanno fatto in passato resistenza ad essere presenti su Facebook  perché temevano contraccolpi di immagine dovuti alla possibile incapacità di gestione della clientela in modo equilibrato. Questa ritrosia sta però cambiando e sempre più aziende hanno compreso il potenziale pubblicitario di questo Social Network così diffuso tra tutte le fasce sociali della popolazione.

In sintesi se dobbiamo ridurre in poche righe la strategia che deve seguire una PMI che vuole investire su Internet possiamo sicuramente dire che Facebook serve per farsi conoscere, far conoscere un nuovo prodotto e/o diffondere la presenza del proprio marchio su Internet. Google AdWords ha invece lo scopo di far comprare al momento giusto i propri prodotti utilizzando uno o più annunci mirati.
fonte: i-dome.com

Seo

Marketing

Web Marketing

Altro