E' ormai all'ordine del giorno l'argomento crisi, argomento che mi spinge a scrivere due righe, distaccandomi per un post dal marketing, la mia passione.
Una crisi (sempre se crisi è) che ha visto la nascita di un nuovo governo, un governo tecnico cha ha portato delle misure molto pesanti.
Saranno fatti molti sacrifici, le famiglie italiane, si troveranno ad affrontare: Ici per la prima casa (in termini più elevati rispetto al passato), bollo auto più cari, nuovo aumento dell'Iva (dal 2012), altre misure che non sto ad elencare.
Lo spread scende, le borse volano, e la famiglie che fino ad un mese fa non riuscivano ad arrivare alla fine del mese? Ora che devono fare dei sacrifici, come faranno? Inizieranno il mese?
Sicuramente tra qualche anno, questi provvedimenti avranno un esito positivo sull'economia dell'Italia, ma rimane il fatto che avrà ancora più potere la casta che nessuno vuole scardinare.
La casta seguita da chi nonostante vede la situazione, si limita a imporre misure restrittive, e a guadagnare stipendi mensili da capogiro, stipendi che più la metà degl'italiani guadagna in tutto l'anno.
Al di là di quanto detto, discorso per ora intoccabile, potremmo riconsiderare una delle teorie di Keynes.
Keynes sosteneva che il male maggiore fossè proprio l'eccessiva propensione al risparmio e la compressione dei salari, che sottraevano i capitali agli investimenti produttivi e quindi alla ripresa, al risparmio della domanda e al riassorbimento della disoccupazione.
Non credo che Keynes avrebbe aumentato le spese a carico dei cittadini, e ridotto cosi il volume di spesa degli stessi cittadini, oltre al fatto che avrebbe puntato principalmente alla disoccupazione.
Una "disoccupazione strutturale" che poteva e può essere ridotta con una regola molto semplice: facciamo scavare una buca a qualcuno, e la facciamo riempire ad un altro.
Certo oggi questa teoria e altre meriterebberò una revisione, ma il concetto può essere quello, un concetto potrei parogonare a una vera e propria idea di marketing, e torniamo al marketing, che forse è meglio.
dott. Angelo Raffaele Mastropierro
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