Sono passate circa 2 settimane dal lancio di Google+ e pur essendo il progetto ancora inaccessibile senza invito, sono già oltre dieci milioni gli utenti iscritti. Pochi, tanti? Dipende dai punti di vista, e da che connotazione si voglia dare all’ultimo prodotto made in Googleland.
Innanzitutto, cos’è o cosa non è Google+? Secondo le dichiarazioni di Mountain View, Plus non vuole “rimpiazzare quello che già esiste (leggere Facebook), ma essere un tentativo di rendere migliore la condivisione online”. Un intento social, per qualcosa che non ambisce a sostituire IL social network per eccellenza… Non c’è un po’ di contraddizione, considerando la tendenza divoratrice di Google? Forse, semplicemente si vuole tenere un low profile: dopo i fallimenti di Wave e Buzz un terzo flop sarebbe imperdonabile. Forse c’è la consapevolezza che 750 milioni di iscritti, benché in calo, sono difficili da raggiungere. E che acquisire X milioni di iscritti non significa avere X milioni di utenti attivi: molti proveranno, si renderanno conto che utilizzare contemporaneamente Facebook e Google+ richiede troppo tempo e dovranno fare una scelta. E Zuckemberg intanto ha giustamente sbarrato la porta: nessun import dei propri contatti Facebook in Plus. Se si vuole restare in contatto con la propria lontana zia in Australia bisogna invitarla a iscriversi. E convincerla che vale la pena cambiare salotto sociale, con tutte le ovvie difficoltà del caso.
Eppure, Plus sembra a prima vista proprio un Facebook bis: c’è una bacheca personale, c’è uno stream, c’è un bottone +1… E c’è qualcosa di più: i Circles. La vera e forse unica novità allettante, al momento. La possibilità di definire dei sottoinsiemi per i propri contatti, e decidere quindi a quali mostrare quelle foto sdraiati sul bancone del bar in discoteca e a quali l’ultima nostra scoperta in ambito SEO. In più, quel pizzico di Twitter che piace: le cerchie non sono bidirezionali. Si possono seguire gli aggiornamenti pubblici di chiunque senza per forza essere amici, così come si possono seguire i tweet di Lady Gaga o del nostro fidato barbiere.
E’ quindi Twitter il vero bersaglio di Plus? Forse, ma al momento tutte le star di Hollywood cinguettano. Il Presidente Obama cinguetta. Finché non decideranno di volere Plusare Twitter dormirà sonni tranquilli.
Al momento Google+ è in via di testing, un parco giochi frequentato per lo più da persone all’interno del mondo del Search Marketing, utenti tecnologicamente avanzati e business oriented. È solo questo tipo di utenza che si vuole catturare? Sarebbe riduttivo, perché il Progetto Plus segretamente potrebbe mirare a cambiare i confini del social.
L’attuale concetto di social si condensa nella condivisione di cosa ci piace o si sta facendo col resto del mondo. Il nuovo concetto di social potrebbe stare non nel semplice sharing, ma nel mezzo: Email, Apps, Documents, (la barra nera in cima alla finestra del browser non riporta a caso queste label). Forse è Microsoft a dovere preoccuparsi di un crollo di utilizzo dei suoi prodotti Office.
Ciò che comunque è sicuro è che la vera forza di Google è sempre stata (e presumibilmente sarà ancora per un bel po’) la Search, che però ormai non può prescindere dalla comprensione di cosa piace alle persone, dell’aspetto sociale, quindi (vedi Google Social Search). Plus porterà allora altri dati da dare in pasto agli algoritmi di ranking, quella (si spera abbondante) testimonianza di gradimento che Facebook ha reso inaccessibile, e quella freschezza che già non arriva più da Twitter. Con il mancato accordo tra Google e l’azzurro uccellino sono spariti infatti dalle SERP i risultati in tempo reale: oggi c’è l’approvazione della finanziaria e nei risultati di ricerca non c’è nessun caldo dibattito da seguire real time. Se riuscisse ad ampliare il bacino a cui attingere, Plus potrebbe quindi rappresentare la nuova fonte di informazione minuto per minuto.
In ogni caso, chi si confronta con i motori di ricerca per lavoro o per necessità da questo assunto proprio non può prescindere. Plus influenzerà in qualche modo i ranking e i profili business sono già in fase di testing: le aziende quindi sono avvisate… esserci sarà importante.
fonte: mamadigital.com
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