Il Social Media Marketing NON sara’ una moda temporanea
Ok, quanti di voi credono in una prossima bolla speculativa sui social media paragonabile a quella di una decina di anni fa che coinvolse le dot com? Quanti hanno affermato, fino a qualche mese fa che quella di fare marketing utilizzando i social network fosse solo l’ultima moda del momento e quanti hanno addirittura affermato sono canali inutili da non presidiare e da non inserire nelle scelte del piano di marketing? Cari signori, penso vi sbagliavate e vi state ancora sbagliando. All’università mi hanno più volte riempito la testa con i cicli economici, che in genere hanno durata ricorrente anche in relazione alla situazione economica dei paesi. In base a tali cicli, si verificano condizioni che, tenendo in considerazione abitudini di acquisto e di consumo delle persone, capacità di produzione delle imprese e terzo fattore, la tecnologia, orientano le nostre scelte e decretano il periodo temporale di durata di un ciclo evolutivo.
Negli ultimi decenni la tecnologia si è rivelata essere il fattore più determinante nell’influenzare i movimenti degli altri 2 attori, imprese e consumatori, almeno nei paesi sviluppati, o paesi occidentali se preferiamo. In che modo? La tecnologia degli anni 2000 ci ha portato i social media e tutto quello che è stato definito col termine “web 2.0″ e i con i social media sono state rese possibili cose che fino a pochi anni prima erano proprio impensabili. L’informazione ha iniziato a viaggiare a ritmi velocissimi e incontrollabili, rieditata, adattata con esperienze personali e ricondivisa in canali nei quali magari prima non era ancora giunta. Gli utenti hanno avuto possibilità di contatto tra pari prima impensabili ed è in questo modo che si è giunti all’approfondire i rapporti di contatto tra utenti/clienti ed aziende. Ed è qui che si può iniziare a parlare di social media marketing come strategia di web marketing, ma se pensiamo più in grande, e cioè come macro approccio gestionale di un’azienda, bisognerebbe parlare di marketing conversazionale e marketing dell’ascolto, potendola a tutti gli effetti identificare come una nuova era, una nuova fase evolutiva dei cicli del marketing management.
Quanti sono stati finora i cicli del marketing management?
All’università ne ho studiati tre e venivano chiamati orientamenti, ovvero il modo in cui un’azienda approcciava interamente i propri obiettivi di mercato ad un determinato fattore, che in genere era anche una variabile in quanto erano fattori incontrollabili dalle aziende:
- orientamento alla produzione: dove si vendeva per soddisfare mercati di massa disomogenei;
- orientamento al prodotto: i primi segni di diversifcazione del prodotto si fecero presenti;
- orientamento al mercato: dove si iniziò a comprendere la necessità della creazione di una relazione di lungo periodo col cliente, in quanto fidelizzare un cliente acquisito sarebbe costato di meno rispetto all’acquisirne uno nuovo. Qui si è fermato il marketing fin quando l’ho studiato all’università, nel 2009, anno in cui i trend emergenti legati alle tecnologie dell’informazione erano così veloce da non permettere neanche ai professori accademici di restare aggiornati e comprendere appieno quello che stava accadendo. A mente fredda e col senno di poi, quello che stava accadendo, a livello di marketing, era l’ingresso della disciplina in un nuovo ciclo evolutivo, quello dell’orientamento all’ascolto.
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