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venerdì 27 aprile 2012

Penalizzazione SEO? ecco la realtà!

Matt Cutts, noto ingegnere di Google e "guru" del motore di ricerca "made-in-Mountain View", torna sul tema della qualità dei siti web e preannuncia l'adozione di nuove misure tese a penalizzare quei webmaster che cercano di conquistare visibilità nelle SERP utilizzando metodologie poco corrette. Già poco più di un mese fa Cutts si espresse sull'argomento ed oggi torna ad affrontare il tema in un post pubblicato su uno dei blog aziendali.

Mutuando l'appellativo dal mondo hacker, l'ingegnere definisce "white hat" quegli individui che mettono in atto tattiche SEO ovvero in modo corretto e rispettoso ottimizzando il contenuto delle pagine web affinché possa essere più facilmente individuato ed indicizzato dai motori di ricerca. Cutts oppone alla pratica del "white hat SEO", quella del "black hat webspam". "Con l'obiettivo di ottenere più traffico, alcuni siti Internet usano tecniche che non pongono gli utenti come beneficiari; l'intento è quello di sfruttare scorciatoie per avere un posizionamento migliore rispetto a quello che dovrebbe competere alla pagina", spiega Cutts.

Nei prossimi giorni Google modificherà nuovamente il suo algoritmo di indicizzazione delle pagine web con lo scopo di smascherare tutti i siti che adottato tecniche SEO troppo spinte o comunque non ammesse dagli esperti di Mountain View. Cutts fa due esempi concreti e cita l'esempio di quei siti web che utilizzano un numero eccessivo di parole chiave nelle proprie pagine (ved. questa pagina) o di quei webmaster che inseriscono "link fasulli" che nulla hanno a che vedere con il testo pubblicato (ved. anche questa pagina di supporto).

Il nuovo comportamento tenuto da Google sarà portato al debutto nei prossimi giorni e non riguarderà una nazione in particolare ma avrà effetto sulle ricerche condotte in qualunque Paese, Italia compresa. Cutts "snocciola" anche qualche numero: l'intervento dovrebbe avere impatto sul 3,1% di tutte le interrogazioni in lingua inglese. Le conseguenze, complessivamente, dovrebbero modificare il panorama delle ricerche online su Google di un quarto rispetto a quando fu introdotto il nuovo algoritmo Panda (tale modifica interessò ben il 12% delle query).

È ancora prematuro per stabilire quali siti web subiranno delle penalizzazioni e quali, di contro, otterranno dei benefici. Secondo le prime analisi di Search Metrics, tra i siti che subiranno una contrazione del traffico in ingresso proveniente dal motore di ricerca di Mountain View vi sarebbero molti tra quelli che si limitano ad aggregare contenuti.

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